Proprietà farmacologiche del grano saraceno

Diversi studi hanno dimostrato che in Fagopyrum esculentum sono presenti composti con proprietà profilattiche e curative che fanno si che questa pianta possa essere indicata per il trattamento e la prevenzione di diverse patologie.

Le principali proprietà che sono state attribuite al grano saraceno sono:

  1. l'attività antiossidante e di radical-scavenging, associata principalmente a estratti della pianta;
  2. La proprietà anticolesterolemizzante, antiipertensiva e ipoglicemizzante, associata principalmente ai frutti e alla farina da essi derivata;
  3. Le proprietà di prevenzione dello sviluppo di successivi edemi in pazienti affetti da insufficienza venosa cronica, associate all'assunzione di tisana ottenuta dalle foglie della pianta;
  4. L'influenza positiva del trattamento con grano saraceno in aggiunta a quello con troxerutina sul progredire della retinopatia diabetica.

Proprietà antiossidante e anti-radicalica

La prima e importante proprietà del grano saraceno di cui si può trattare è quella antiossidante, correlata alla presenza di flavonoidi e fenoli. I flavonoidi, negli ultimi anni, hanno attratto l'attenzione per i loro numerosi effetti farmacologici: presentano infatti attività antivirali, anticancro e antiossidanti. Diversi studi epidemiologici hanno inoltre suggerito un ruolo protettivo dei flavonoidi presenti nella dieta verso disturbi coronarici e cancro, oltre che nella riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue. L'assunzione di discrete quantità di flavonoidi aiuta inoltre a mantenere forza e elasticità di capillari e arterie, portando a una riduzione della pressione sanguigna e del rischio di arteriosclerosi.

Nel pericarpo del frutto di Fagopyrum esculentum sono stati ritrovati 6 flavonoidi differenti: rutina, quercetina, orientina, vitexina, isovitexina e isoorientina; mentre nel frutto è stata rilevata solamente la presenza di rutina e isovitexina (Krkošková & Mrázová, 2005).

Formula di struttura della rutina
Fig. 14: Formula di struttura della rutina.

Proprio la Rutina è il flavonoide che più ha attirato l'attenzione degli sperimentatori che si sono occupati di studiare le proprietà del grano saraceno, sia per la sua elevata presenza nell'intera pianta, che per le sue molteplici proprietà. La rutina fu isolata per la prima volta, nel grano saraceno, nel diciannovesimo secolo e da circa 50 anni esso è coltivato, negli Stati Uniti, come fonte di rutina per la produzione di fitoterapici. La rutina è un glucoside flavonoico, un metabolita della pianta presente in Fagopyrum esculentum nella percentuale dello 0,02% (Jiang et al., 2007), che presenta proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e anticarcinogeniche e che ha dimostrato inoltre di avere effetto nella riduzione della fragilità dei vasi sanguigni correlati a malattie emorragiche e ipertensione (Sun Ting & Ho Chi-Tang, 2005).

Molti studi hanno dimostrato che la rutina, come la classe dei flavonoidi alla quale appartiene, possiede proprietà antiossidanti. Gli antiossidanti sono particolari sostanze in grado di proteggere dai danni tissutali associati a molteplici patologie e che hanno un ruolo importante nella prevenzione dei cambiamenti nel sapore e nella qualità nutrizionale dei cibi. Gli antiossidanti sintetici sono molto usati come additivi alimentari ma recentemente se ne sta limitando l'utilizzo a causa delle componenti tossiche e cancerogeniche che si formano durante la loro degradazione. Proprio per questo negli ultimi anni si stanno sempre più intensificando le ricerche di antiossidanti naturali, che possano sostituire quelli di sintesi. I tocoferoli naturali sono già da tempo ampiamente utilizzati a questo scopo, ma la loro attività non è sempre sufficiente, per questo si ricercano nuovi e più potenti antiossidanti naturali all'interno dei cibi, e uno di questi potrebbe essere proprio la rutina estratta dal grano saraceno.

Holasova, et al. (2002) nell'articolo “Buckwheat – the source of antioxidant activity in functional food” si sono occupati proprio della particolare proprietà antiossidante dimostrata da Fagopyrum esculentum. L'obbiettivo del loro studio era valutare le proprietà antiossidanti dei semi e delle altre parti della pianta di grano saraceno, di orzo e avena e di paragonare l'attività degli estratti lipofilici e di quelli metanolici di queste piante. L'attività antiossidante è stata poi correlata con il contenuto totale in fenoli, tocoli e rutina, per capire a quale di queste sostanze fosse legata. L'attività antiossidante del grano saraceno in substrato lipidico saturato è risultata essere la maggiore, quando comparata con quella di orzo e avena. I fattori protettivi, ottenuti attraverso gli esperimenti sono risultati essere in ordine: avena (1,8) < orzo (2,2) < grano saraceno (2,6). Le foglie hanno dimostrato di avere attività antiossidante tripla (8,0) rispetto ai semi, mentre paglia e pericarpo presentano attività minore.

Tabella 5: Correlazione tra attività antiossidante e contenuto di fenoli totali, di rutina e di tocoli. Tabella riportata da Holasova, et al. (2002) nell'articolo “Buckwheat – the source of antioxidant activity in functional food”. Il fattore protettivo è espresso come il prolungamento del periodo di induzione rispetto al valore del campione di controllo.
Materiale testato Fenoli totali
(mg·Kg-1)
Rutina
(mg·Kg-1)
Tocoli
(mg·Kg-1)
Fattore
protettivo
Avena 1138 < 0,1 19 1,8
Orzo 2168 < 0,1 45,4 2,2
Frutti di grano saraceno 3303 178 36,2 2,6
Frutti di grano saraceno
senza pericarpo
3903 184 20,3 3
Foglie di grano saraceno 39514 23443 104,7 8

I risultati hanno dimostrato che l'attività antiossidante più elevata deriva dall'estratto metanolico ed è correlata al contenuto di fenoli, flavonoidi, e acidi fenolici. Questi dati rivelano l'esistenza di una significativa correlazione sia tra la quantità totale di fenoli e l'attività antiossidante (R2 = 0.987, P< 0.002) che tra il contenuto di rutina e l'attività antiossidante (R2 = 0.972, P<0.002).

I risultati di questo studio hanno provato che l'attività antiossidante dei semi e delle foglie di grano saraceno è maggiore di quella di avena e orzo, e di quella della paglia e del pericarpo del grano saraceno stesso. È stato inoltre dimostrato come l'attività antiossidante di Fagopyrum esculentum derivi in massima parte dalle sostanze contenute nell'estratto metanolico, mentre le sostanze lipofile mostrano una minima attività antiossidante. La significativa correlazione statistica rilevata tra quantità di rutina contenuta, così come tra quantità di fenoli, e attività antiossidante del grano saraceno permette di suggerire l'utilizzo di frutti e foglie di Fagopyrum esculentum come possibile costituente di alimenti con effetti antiossidanti.

 

Anche Prybylski et al. (1998) nell'articolo “Antioxidant and Radical-Scavenging Activities of Buckwheat Seed-Components” hanno indagato le proprietà antiossidanti e radical-scavenging dell'estratto di grano saraceno utilizzando solventi di varie polarità in modo da isolare le componenti dal pericarpo e dell'achenio senza pericarpo.

Gli estratti del frutto ottenuti usando differenti solventi mostrano un incremento della potenza antiossidante correlato all'incremento della polarità. Il metanolo è l'estratto che presenta maggiore attività antiossidante, che in ordine decrescente risulta: metanolo > acetone > dietil etere = etil acetato > esano. Proprio il metanolo infatti si è rivelato essere il miglior solvente per l'estrazione di composti come fenoli, flavonoidi e altri materiali polari. Negli estratti ottenuti tramite solventi polari sono stati rilevati quantitativi maggiori di fenoli e flavonoidi, tra i quali la rutina risulta essere il flavonoide presente in maggior quantità e il suo maggior quantitativo è stato rilevato proprio nell'estratto metanolico, ovvero quello che presenta il maggior potere antiossidante.

Gli estratti isolati con solventi polari contengono inoltre una quantità maggiore di componenti che agiscono come donatori di ioni idrogeno (composti dotati di attività di radical scavenging) rispetto agli estratti ottenuti con solventi non polari.

Nella tabella sottostante sono riportati i dati riguardanti la quantità di acidi fenolici, flavonoidi e tocoli contenuti nei diversi estratti.

Tabella 6: Composizione in acidi fenolici, flavonoidi e tocoli (quantità espresse in parti per milione) degli estratti del frutto di Fagopyrum esculentum. Tabella riportata da Prybylski et al. (1998) nell'articolo “Antioxidant and Radical-Scavenging Activities of Buckwheat Seed-Components”.
 

Solvente (ppm)

 

Esano

Dietil etere

Etil acetato

Acetone

Metanolo

Acidi fenolici tot.

13,6

40,7

577,9

1985,6

5151,6

Caffeico

   

112,5

561,7

852,4

o-cumarico

   

272,3

565,6

492,7

p-cumarico

       

229,6

Ferulico

   

59,9

328,3

230

Gallico

5,9

16

40,6

178,8

263,3

p-idrossibenzoico

3,8

24,7

82,1

45,8

128,4

Siringico

   

10,5

145

17,2

Vanillico

3,9

   

160,4

2938

Flavonoidi tot.

   

32,3

139,6

758,4

Rutina

   

14,1

76,3

458,4

Quercetina

       

32,7

Quercitrina

       

12,5

Altri

   

18,2

63,3

254,8

Tocoferoli tot.

538,6

       

α

380,1

       

β

16,5

       

γ

105,6

       

δ

36,4

       

In conclusione questo studio ha valutato l'efficacia dei flavonoidi come antiossidanti dimostrando come alcuni di essi presentino una elevata attività antiossidante oltre che un buon potere di radical scavenging; tra questi la rutina è risultata avere l'attività più elevata (anche perché è il flavonoide presente in maggiori quantità) sebbene sembrerebbe agire in modo sinergico con gli altri componenti della pianta.

I risultati dimostrano che gli estratti ottenuti dall'intero seme di Fagopyrum esculentum, durante lo stoccaggio in olio di colza, presentano indubbiamente attività antiossidante e di radical scavenging. Prybylski et al. (1998) sottolineano però la necessità di ulteriori studi per valutare le reali potenzialità dei singoli componenti antiossidanti ritrovati negli estratti di grano saraceno.

Proprietà ipocolesterolemizzante, ipotensiva e ipoglicemica

Altre proprietà molto studiate di Fagopyrum escuentum sono indubbiamente quelle ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizzanti, nonché quelle di regolarizzazione nei confronti di dislipidemie e ipertensione. Ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete mellito sono infatti i più comuni problemi di salute nel mondo e proprio ipertensione e dislipidemie sono i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari oltre ad essere dei marcatori per il controllo di queste malattie. Anormalità metaboliche come ipercolesterolemia, dislipidemia, iperglicemia e sovrappeso, sono fattori direttamente correlati allo stile di vita, come la dieta e l'attività fisica,e sono strettamente associate alle patologie cardiovascolari (Zhang Hong-Wei et al., 2007).

Molteplici studi epidemiologici hanno dimostrato come elevati livelli di colesterolo totale nel plasma (TC) e di lipoproteine a bassa densità (LDL) rappresentino i maggiori fattori di rischio per malattie coronariche e cardiache, mentre alte concentrazioni nel sangue di lipoproteine ad alta densità (HDL) rappresentino invece un fattore protettivo verso queste patologie. È stato stabilito che vi è una relazione tra colesterolo totale e patologie cardiovascolari quando la sua quantità raggiunge o supera i 240 mg·dL-1. I medici suggeriscono che per ridurre la quantità di colesterolo nel sangue sia utile, prima di ricorrere alla terapia farmacologica, ricorrere a una dieta bilanciata che riduca l'apporto di grassi saturi e colesterolo, che è il primo obiettivo nella terapia per la riduzione del colesterolo totale nel plasma. In questi ultimi tempi i cibi funzionali e nutraceutici si sono dimostrati sempre più interessanti come possibile terapia alternativa nel trattamento dell'ipercolesterolemia in pazienti con livelli di colesterolo leggermente elevati (200-240 mg·dL-1) ma non tanto elevati da dover ricorrere alla prescrizione di farmaci ipocolesterolemizzanti (Zhen-Yu Chen, 2008). Esistono crescenti evidenze, derivanti da studi sperimentali, che dimostrano come i componenti dei frutti di grano saraceno: proteine, flavonoidi, flavoni, fitosteroli e tiamin-binding proteins, diano una composizione unica a questo alimento, rendendolo capace di un utilizzo bioattivo che permette la diminuzione dei livelli di colesterolo, di pressione sanguigna e di glucosio nel sangue.

Non è ancora stato stabilito con sicurezza a quale dei componenti di Fagopyrum esculentum siano legate queste proprietà. Bernadetta Krkošková e Zuzana (2005) ipotizzano che i fitosteroli, sebbene presenti nei frutti in quantità ridotte, possano essere correlati a questa particolare caratteristica del grano saraceno in quanto è ormai certo che queste sostanze abbiano effetti positivi nella riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue in quanto, assunti in quantità adeguate, inibiscono significativamente l'assorbimento di colesterolo in vivo. I fitosteroli infatti, ed in particolare il beta-sitosterolo, non vengono assorbiti dal corpo umano e, avendo una struttura chimica simile al colesterolo, mostrano un effetto competitivo con il suo assorbimento in vivo, riducendolo.

Un'altra teoria ipotizza che le proprietà ipocolesterolemizzanti del grano saraceno siano mediate dalle proteine presenti nella pianta. Tomotake et al. hanno studiato l'effetto delle proteine di grano saraceno sul colesterolo, sulla composizione della bile e sull'escrezione fecale di steroidi nei criceti, comparandoli con gli effetti determinati dall'assunzione di caseina e proteine della soia, e hanno dimostrato che le proteine derivanti dal grano saraceno abbassano significativamente i livelli di colesterolo totale e colesterolo epatico ma causano un'abbondante escrezione di steroli, sia neutri che acidi, rispetto alle altre due proteine. Le proteine del grano saraceno si sono dimostrate essere poco digeribili e proprio questa loro scarsa digeribilità è probabilmente in parte responsabile dell'incremento dell'escrezione di steroli (Zhen-Yu Chen et al., 2008).

L'azione ipocolesterolemizzante dei frutti di Fagopyrum esculentum sembra inoltre essere legata anche all'elevata presenza di fibre. Infatti sia la quantità di fibre totali, sia quella di fibre solubili, sono correlate alla diminuzione del colesterolo totale nel sangue, come dimostrato dagli studi di He et al. (1995). È stato ipotizzato che le fibre solubili leghino fortemente gli acidi biliari e incrementino la loro escrezione fecale. La perdita di questi acidi biliari crea una domanda di colesterolo per facilitarne la risintesi e dirotta così il colesterolo che sarebbe stato destinato alla sintesi di lipoproteine. Inoltre questo meccanismo diminuisce la disponibilità di acidi biliari necessari per un'ottimale digestione ed assorbimento. In aggiunta le fibre ritardano lo svuotamento gastrico e diminuiscono il tempo di contatto tra nutrienti ed enzimi digestivi e tra essi e la superficie di assorbimento dell'intestino tenue. I batteri del colon poi, fermentando la fibra solubile, formano acidi grassi a catena corta, i quali diminuiscono anch'essi la sintesi di colesterolo epatico.

 

Lo studio del possibile utilizzo dei frutti di Fagopyrum esculentum nel trattamento di ipertensione, dislipidemia e iperglicemia è alla base dell'articolo di Hong-Wei Zhang, et al. (2007): “Comparison of hypertension, dyslipidemia and hyperglycaemia between buckwheat seed-consuming and non-consuming mongolian-chinese populations in inner Mongolia, China”.

Questo studio è stato svolto su un totale di 3542 persone di popolazione mongola, per verificare la correlazione fra ipertensione, ipercolesterolemia e iperglicemia e consumo giornaliero di frutti di grano saraceno come alimento principale confrontato con il consumo di mais come alimento principale.

I Mongoli rappresentano una minoranza della popolazione cinese e sono stati scelti da Hong-Wei Zhang et al. come soggetto di studio in seguito alle loro particolari abitudini di vita che li predispongono allo sviluppo di malattie cardiovascolari e di ipertensione. La popolazione Mongola vive in una regione autonoma della Cina interna. Le persone appartenenti a questa etnia sono soliti consumare quantitativi superiori di alcool e presentano un maggior numero di fumatori rispetto alla popolazione Han, la maggioranza etnica della Cina. In conseguenza a queste loro abitudini di vita la percentuale di persone affette da ipertensione e malattie cardiovascolari è molto maggiore nella popolazione Mongola rispetto alla popolazione Han residente nella stessa area geografica.

In questo studio sono state prese in esame due comunità, appartenenti allo stesso gruppo etnico e con abitudini simili per quanto riguarda il consumo di alcol, lo stato socioeconomico, l'utilizzo del servizio sanitario e stanziate in regioni confinanti: i Kulun e i Kezhuohou. Lo studio è basato su una differenza fondamentale tra le due comunità, ovvero la diversità dell'alimento principale da loro consumato, che fra i Kulun è composto da farina ottenuta dai frutti di grano saraceno, mentre fra le famiglie Kezhuohou è composto da mais.

Sono stati analizzati nove villaggi Kulun e dodici Kezhuohou per un totale di 1628 pazienti (782 uomini, 846 donne) appartenenti alla popolazione Kulun e 1914 partecipanti (915 uomini, 999 donne) di popolazione Kezhuohou. Il totale dei partecipanti che hanno preso parte allo studio sono stati sottoposti a una intervista e ad una analisi clinica. Sono stati creati questionari standard in modo da raccogliere informazioni su stile di vita, stato socio-economico, ambiente, servizi sanitari utilizzati. Sono stati preparati anche questionari particolari riguardanti il cibo principale e le abitudini alimentari in modo da raccogliere informazioni complete sulla composizione della dieta. La suddivisione tra fumatori e non è stata effettuata basandosi sul criterio che venga considerato fumatore l'individuo che fumi più di 100 sigarette all'anno; mentre è stato considerato bevitore abituale di alcol l'individuo che abbia assunto almeno 25 grammi di alcol al giorno per più di un anno.

La maggior parte delle variabili, come la quantità di fumatori o bevitori, l'educazione e il reddito, sono risultate essere molto simili, tra le due comunità. Le uniche differenze significative rilevate riguardavano l'età e la BMI (indice di massa corporea) dei partecipanti: gli individui di etnia Kulun risultavano mediamente di 1.9 anni più anziani dei Kezhuohou e la BMI era di 23.29 kg/m2 nella popolazione Kulun, ovvero più alta che nei partecipanti Kezhuohou, nei quali era 22.60 kg·m-2. La maggior differenza rilevata riguardava però la qualità dell'alimento principale consumato dalle due comunità: il 63.3% delle famiglie Kulun si alimentava con frutti di grano saraceno quotidianamente, mentre il 54.6% delle famiglie Kezhuohou consumavano giornalmente mais. Per quanto riguarda gli altri componenti della dieta, come carne, verdure, uova, latte e prodotti caseari, non vi erano invece significative differenze fra le due comunità.

Come si può riscontrare nelle tabelle sottostanti i risultati delle analisi di Kulun e Kezhuohou presentano dati similari per quanto riguarda la pressione sanguigna, mentre sono state rilevate significative differenze nella concentrazione media di glucosio nel sangue, nel colesterolo totale, e nella quantità di HDL e LDL.

Tabella 7: Dati riguardanti la prevalenza di ipertensione nei due gruppi di partecipanti (un individuo viene considerato affetto da ipertensione quando i livelli di pressione sanguigna sistolica e diastolica superano rispettivamente i 140 e 90 mmHg). Tabella riportata da Hong-Wei Zhang et al. (2007) nell'articolo “Comparison of hypertension, dyslipidemia and hyperglycaemia between buckwheat seed-consuming and non-consuming mongolian-chinese populations in inner Mongolia, China”.

n° totale partecipanti

n° partecipanti con ipertensione

percentuale

Popolazione Kulun

1628

318

18,22%

Popolazione Kezhuohou

1914

423

23,31%

Tabella 8: Concentrazione di lipidi e di glucosio nel sangue (mmol/L) e percentuali di prevalenza di dislipidemia e iperglicemia in partecipanti Kulun e Kezhuohou (i dati sono stati riarrangiati statisticamente tenendo in considerazione le differenze nei parametri fisiologici delle due popolazioni). Tabella riportata da Hong-Wei Zhang et al. (2007).

Lipidi nel sangue

Uomini

Donne

Percentuale di anormalità

Popolazione Kulun

Colesterolo totale (mmol/L)

3,79 ± 1,04

3,87 ± 1,20

4,02

Trigliceridi totali (mmol/L)

1,71 ± 1,52

1,43 ± 0,92

26,58

Colesterolo HDL (mmol/L)

1,53 ± 0,51

1,56 ± 0,44

6,43

Colesterolo LDL (mmol/L)

2,94 ± 0,96

2,04 ± 1,06

4,66

Glucosio nel sangue (mmol/L)

3,83 ± 1,29

3,96 ± 0,96

1,91

Popolazione Kezhuohou

Colesterolo totale (mmol/L)

4,08 ± 1,46

3,93 ± 0,99

7,76

Trigliceridi totali (mmol/L)

1,96 ± 1,84

1,39 ± 0,88

31,04

Colesterolo HDL (mmol/L)

1,44 ± 0,45

1,45 ± 0,39

6,68

Colesterolo LDL (mmol/L)

2,25 ± 1,15

2,18 ± 0,89

8,81

Glucosio nel sangue (mmol/L)

4,63 ± 1,11

4,56 ± 1,19

7,33

I risultati sembrano dare ragione agli studiosi che volevano dimostrare una correlazione tra assunzione di frutti di Fagopyrum esculentum e diminuzione dei livelli di pressione, colesterolo e glicemia. Possiamo osservare nelle tabelle che la percentuale di persone che presentavano iperglicemia è infatti dell' 1.91% nei Kulun e del 7.33% nei Kezhuohou, e la frazione di partecipanti che presentavano ipertensione è 18.22% nei Kulun, e 23.31% nei Kezhuohou (ovvero in entrambi i casi significativamente più bassa nella prima comunità). Anche l'incidenza di ipercolesterolemia, ipertrigliceremia e le anormalità nella quantità di LDL è risultata essere significativamente minore nei Kulun rispetto ai Kezhuohou.

I ricercatori concludono il loro articolo sottolineando che i fattori che contribuiscono allo sviluppo dell'ipertensione sono vari: predisposizione genetica, stile di vita, occupazione, fattori ambientali; perciò cambiare uno solo di essi non è sufficiente a prevenire e controllare ipertensione, dislipidemia e iperglicemia. I frutti di Fagopyrum esculentum sono infatti solo un tipo di alimento, non una medicina, e non possono perciò essere considerati come un trattamento per queste patologie, ma potrebbero essere utilizzati come componente funzionale della dieta giornaliera oltre che come fonte di energia (Hong-Wei Zhang et al., 2007).

Hong-Wei Zang, Yong-Hong Zhang, Ming-Jun Lu, Wei-Jun Tong, Guang-Wen Cao concludono il loro articolo sottolineando che questo studio epidemiologico ha dimostrato, all'interno della popolazione Mongola cinese, una associazione negativa tra consumo quotidiano dei frutti di grano saraceno come alimento principale e rischio di ipertensione, iperglicemia e dislipidemia.

Ciò permette di suggerire che il consumo di frutti di grano saraceno venga considerato un fattore preventivo per ipertensione, dislipidemia e iperglicemia ed inoltre propone la valorizzazione della farina da esso ottenuta come materiale di partenza per lo sviluppo di alimenti funzionali per la prevenzione di queste patologie e, conseguentemente, delle malattie cardiovascolari e del diabete.

 

Un altro studio interessante riguardante questo argomento è quello riportato da He et al. (1995) nell'articolo “Oats and buckwheat intakes and cardiovascular disease risk factor in an ethnic minority of China”.

In questo studio è stata valutata la correlazione tra assunzione di avena e grano saraceno e fattori di rischio di malattie cardiovascolari su 850 persone appartenenti alla popolazione Yi (una minoranza etnica del sud est della Cina). Sono stati analizzati: la quantità di lipidi e lipoproteine nel sangue, la pressione sanguigna, il peso corporeo, le abitudini alimentari, l'attività fisica, il consumo di alcol e la presenza di fumatori di 850 uomini Yi selezionati casualmente all'interno della comunità. Lo studio sulla popolazione Yi è uno studio epidemiologico basato sulla popolazione riguardante i fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari che si è svolto nella Prefettura Autonoma di Liangshan nel sud-ovest della Cina.

La popolazione Yi è stata presa in esame per alcune sue caratteristiche peculiari: gli Yi sono infatti una minoranza etnica, che vivono in remote regioni montuose nel sud-ovest della Cina e si occupano principalmente dell'agricoltura di sussistenza. I contadini Yi sono rimasti relativamente isolati dal mondo e hanno mantenuto un loro proprio linguaggio e stile di vita. Le colture che vengono principalmente coltivate sono da sempre avena, grano saraceno e patate. Ora, grazie allo sviluppo commerciale, sono stati introdotti nella dieta anche riso e mais, ma è rimasto comunque molto limitato il consumo di carne e sale rispetto alle altre aree della Cina. A partire dagli anni cinquanta i pastori Yi hanno cominciato a emigrare verso la capitale Xichang City. Questa popolazione di emigranti ha cambiato la sua alimentazione incrementando il consumo di riso, carne e vegetali freschi e diminuendo quello di grano saraceno e avena.

Gli studiosi hanno valutato le quantità di avena e grano saraceno assunte giornalmente dai partecipanti tramite un questionario.

Come si può evincere dalle tabelle sotto riportate i risultati hanno dimostrato una significativa diminuzione della pressione sanguigna sistolica e diastolica, correlata linearmente con l'assunzione di quantitativi maggiori di avena; mentre l'assunzione di grano saraceno è risultata essere associata alla diminuzione dei livelli di LDL e all'aumento della frazione di HDL sul livello totale di colesterolo. I dati indicano infatti che l'assunzione di 100 g/die di avena è legata a una diminuzione dell'indice di massa corporea ( - 0.25, in Kg·m-2 ; P < 0.05), della pressione sistolica ( - 3.1 mm Hg; P < 0.001) e diastolica ( - 1.3 mm Hg; P < 0.01). L'assunzione di 100 grammi al giorno di grano saraceno è stata invece associata a una diminuzione del colesterolo totale nel sangue ( - 0.07 mmol·L-1; p < 0.01) e delle LDL ( - 0.06 mmol/L; P < 0.05) e un aumento della frazione di HDL sul livello totale di colesterolo nel sangue (0.01, P < 0.05).

Tabella 9: Dati sui fattori di rischio cardiovascolare negli 850 soggetti dello studio correlati alla quantità di avena da essi assunta giornalmente. Tabella riportata da He et al. (1995) nell'articolo “Oats and buckwheat intakes and cardiovascular disease risk factor in an ethnic minority of China”.

Assunzione di avena

Variabili

0 g/die

(n = 426)

<25 g/die

(n = 176)

25-90 g/die

(n = 125)

<90 g/die

(n = 123)

Indice di Massa Corporea

20,9 ± 2,3

20,9 ± 2,3

20,5 ± 1,8

20,1 ± 1,9

Pressione sistolica (mm Hg)

109,7 ± 12,4

108,5 ± 13,0

103,9 ± 10,6

100,4 ± 9,9

Pressione diastolica (mm Hg)

68,3 ± 10,3

67,2 ± 10,1

65,9 ± 9,1

62,6 ± 8,9

Colesterolo totale (mmol/L)

4,03 ± 0,99

3,99 ± 1,04

3,45 ± 0,91

3,59 ± 0,89

Colesterolo HDL (mmol/L)

1,49 ± 0,45

1,48 ± 0,44

1,34 ± 0,40

1,23 ± 0,28

Colesterolo LDL (mmol/L)

1,85 ± 0,94

1,78 ± 0,86

1,54 ± 0,85

1,76 ± 0,84

Colesterolo HDL/ totale

0,39 ± 0,14

0,39 ± 0,14

0,40 ± 0,14

0,36 ± 0,12

Trigliceridi (mmol/L)

1,59 ± 0,97

1,67 ± 1,01

1,49 ± 0,86

1,32 ± 0,61

Tabella 10: Dati sui fattori di rischio cardiovascolare negli 850 soggetti dello studio correlati alla quantità di grano saraceno assunti giornalmente. Tabella riportata da He et al. (1995).

Assunzione di grano saraceno

Variabili

0 g/die

(n = 319)

<40 g/die

(n = 207)

40-200 g/die

(n = 161)

>200 g/die

(n = 163)

Indice di Massa corporea

20,7 ± 2,2

21,3 ± 2,5

20,4 ± 2,1

20,5 ± 1,9

Pressione sistolica (mm Hg)

107,6 ± 12,3

111,4 ± 14,1

104,7 ± 10,7

103,4 ± 9,6

Pressione diastolica (mm Hg)

67,6 ± 9,8

68,3 ± 10,9

65,8 ± 10,7

64,6 ± 8,5

Colesterolo totale (mmol/L)

4,03 ± 1,03

4,10 ± 1,07

3,71 ± 0,85

3,38 ± 0,78

Colesterolo HDL (mmol/L)

1,37 ± 0,44

1,52 ± 0,44

1,48 ± 0,43

1,38 ± 0,36

Colesterolo LDL (mmol/L)

1,99 ± 0,95

1,86 ± 0,91

1,57 ± 0,83

1,43 ± 0,72

Colesterolo HDL/totale

0,35 ± 0,13

0,39 ± 0,14

0,41 ± 0,14

0,43 ± 0,15

Trigliceridi (mmol/L)

1,50 ± 0,86

1,65 ± 1,06

1,63 ± 0,97

1,47 ± 0,78

Tabella 11: Differenze nei fattori di rischio cardiovascolare in persone che assumono 100 g al giorno o più di avena e grano saraceno. Tabella riportata da He et al. (1995).

Variabili

Assunzione di avena

Assunzione di grano saraceno

Indice di Massa Corporea

-0,25

0,04

Pressione sistolica (mm Hg)

-3,1

-0,3

Pressione diastolica (mm Hg)

-1,3

-0,1

Colesterolo totale (mmol·L-1)

-0,04

-0,07

Colesterolo HDL (mmol·L-1)

-0,13

0

Colesterolo LDL (mmol·L-1)

0,07

-0,06

Colesterolo HDL/totale (mmol·L-1)

-0,03

0,01

Trigliceridi (mmol·L-1)

-0,2

0,02

Poiché la popolazione analizzata nello studio di He et al. (1995) consuma un elevato quantitativo di avena e grano saraceno già da secoli i risultati possono essere considerati rappresentativi degli effetti a lungo termine del consumo di queste colture sui fattori di rischio di malattie cardiovascolari.

I ricercatori ritengono che la diminuzione del colesterolo nel sangue in dipendenza dell'assunzione di quantità crescenti di frutti di grano saraceno, rilevata in questo studio, sia legata principalmente sia alla quantità di fibre totali, sia a quella di fibre solubili, di avena e grano saraceno. È stato ipotizzato che le fibre solubili leghino fortemente gli acidi biliari e incrementino la loro escrezione fecale. La perdita di questi acidi biliari crea una domanda di colesterolo per facilitare la risintesi degli acidi biliari stessi e dirotta il colesterolo che era destinato alla sintesi di lipoproteine. Questo meccanismo diminuisce la disponibilità di acidi biliari necessari per un'ottimale digestione ed assorbimento e inoltre le fibre ritardano lo svuotamento gastrico e diminuiscono il tempo di contatto tra nutrienti ed enzimi digestivi e tra essi e la superficie di assorbimento dell'intestino tenue. I batteri del colon, infine, fermentano la fibra solubile formando acidi grassi a catena corta, i quali diminuiscono la sintesi di colesterolo epatico. Infine, oltre alle fibre, nell'avena sono presenti anche acidi grassi a corta catena, che potrebbero anch'essi giocare un ruolo importate nella diminuzione del colesterolo totale.

In questo studio si suggerisce che l'ingestione di cereali (e pseudo-cereali) ricchi in fibre idrosolubili e in presenza di un ragionevole quantitativo di fibre totali, come nel caso di avena e frutti di Fagopyrum esculentum, sia associata alla diminuzione dei livelli di colesterolo e di pressione sanguigna. Si ritiene perciò che l'assunzione di fibre possa svolgere un ruolo utile nella modifica dello stile di vita per prevenire malattie cardiovascolari e che perciò il consumo di avena e grano saraceno possa avere una ruolo nella prevenzione e nel trattamento di ipertensione e ipercolesterolemia. Bonafaccia G., Marocchini M. & Kreft I. (2003) suggeriscono ad esempio che, poiché il pane è relativamente reperibile, poco costoso e nutriente e può, in alcuni paesi, costituire la portata principale di uno o più pasti, una possibilità è quella di arricchirlo con grano saraceno, rendendolo appunto un alimento funzionale. Anche il gruppo di He conclude il suo articolo suggerendo che la farina ottenuta dai frutti di Fagopyrum esculentum dovrebbe essere considerato un materiale di partenza per la formulazione di alimenti funzionali che potrebbero aiutare nella prevenzione dello sviluppo di malattie cardiovascolari dovute a un'elevata quantità di colesterolo nel sangue (He et al., 1995).

Prevenzione dello sviluppo di edemi in pazienti affetti da Insufficienza Venosa Cronica

Un altro utilizzo di Fagopyrum esculentum di grande importanza è quello analizzato da Ihme et al. (1996) nell'articolo “Leg edema protection from a buckwheat herb tea in patients with chronic venous insufficiency: a single-centre, randomised, duble-blind, placebo-controlled clinical trial”. Ihme e il suo gruppo hanno valutato l'efficacia della tisana ottenuta da grano saraceno in pazienti affetti da Insufficienza Venosa Cronica tramite un trial clinico randomizzato, effettuato in doppio-cieco con un gruppo placebo di controllo.

Per poter verificare l'efficacia della tisana 67 pazienti, con età comprese tra 22 e 74 anni, affetti da Insufficienza Venosa Cronica, sono stati suddivisi casualmente in due gruppi e per un periodo di tre mesi: a uno dei due gruppi è stata somministrata una tisana ottenuta da foglie di Fagopyrum esculentum, mentre all'altro è stato dato un placebo.

L'Insufficienza Venosa Cronica (CVI) comprende disordini correlati a vene varicose e trombosi, ed è causata da problemi circolatori. Questa patologia è infatti una condizione che colpisce il sistema venoso degli arti inferiori causando ipertensione venosa che provoca vari disturbi, quali dolore, gonfiore, edema, modificazioni cutanee e ulcerazioni. L'Insufficienza Venosa Cronica è causata da un ridotto deflusso di sangue venoso dalle gambe verso il cuore per dilatazione, allungamento e tortuosità delle vene degli arti inferiori, dovuto a insufficienza congenita o acquisita della parete vasale e delle valvole venose.
Nello stadio più avanzato si possono formare varici: quelle primitive favorite da sedentarietà, gravidanza, stazione eretta o seduta prolungata; mentre le varici secondarie sono in genere conseguenti a un processo post-flebitico e/o post-trombotico che hanno determinato insufficienza valvolare (Ihme et al.,1996).

Il trattamento standard della CVI è la terapia fisica, che si effettua tramite calze compressive e esercizio, ma questo tipo di terapia, a differenza della terapia farmacologica, non è ben accettata dal paziente. Il trattamento farmacologico è considerato efficace se gli effetti delle occlusioni venose, come edema o ulcera, migliorano o se viene rallentato o fermato il progredire della malattia. In Germania sono stati immessi in commercio diversi prodotti fitoterapici, che vengono ora ampiamente utilizzati, e tra di essi vi è la tisana di Fagopyrum esculentum. Le foglie di grano saraceno contengono una elevata quantità di rutina. In diversi studi farmacologici è stato dimostrato che questo flavonoide: normalizza la permeabilità vascolare, quando questa è troppo elevata, diminuisce la fragilità capillare, protegge dallo sviluppo di edemi, inibisce la ialuronidasi, è un vaso costrittore, e presenta effetto antiossidante. Da queste azioni deriva una normalizzazione della funzione capillare e una riduzione degli edemi e dell'infiammazione.

Nello studio di Ihme et al. (1996) il principale parametro misurato per verificare l'efficacia del trattamento con tisana di grano saraceno era la diminuzione del volume della gamba colpita più gravemente dalla malattia; in secondo luogo è stato valutato il diametro della vena femorale. Il trattamento consisteva in una tisana di Fagopyrum esculentum con un contenuto di flavonoidi totali standardizzato del 5%. La quantità totale di rutina assunta giornalmente era di 270 mg. Il te placebo è stato invece preparato con foglie di malva, con un sapore molto simile alla tisana di grano saraceno, in modo da non essere distinguibile da essa.

Come si può vedere nella tabella sottostante lo studio ha portato risultati positivi poiché, sebbene nel gruppo di pazienti trattato con la tisana di grano saraceno mediamente il volume della gamba non sia cambiato, nei pazienti trattati con placebo esso è aumentato di 110 ml.

Tabella 12: Diminuzione del volume della gamba: volume parziale della gamba maggiormente affetta all'inizio e alla fine delle 12 settimane di trattamento. Tabella riportata da Ihme et al. (1996) nell'articolo “Leg edema protection from a buckwheat herb tea in patients with chronic venous insufficiency: a single-centre, randomised, duble-blind, placebo-controlled clinical trial”.

Settimane

Trattamento attivo (ml)

Placebo (ml)

0

2041

1972

12

2073

2082

Nel trattamento con tisana di grano saraceno si è rilevata infatti, in ben 16 pazienti, una diminuzione del volume della gamba, mentre nel gruppo che assumeva placebo solamente 6 persone hanno presentato una diminuzione.

Il principale risultato di questo trial clinico è stato di riuscire a fermare temporaneamente il continuo incremento del volume della gamba che altrimenti si verificherebbe nei pazienti affetti da CVI. La differenza fra i due gruppi (quello che assumeva tisana di grano saraceno e quello che assumeva placebo) è risultata infatti significativa, in quanto nei pazienti trattati con la tisana di Fagopyrum esculentum si è evitato, in media, l'accumulo ulteriore di 100 ml di fluidi e il mancato accumulo di questa quantità di liquido è considerato clinicamente significativo in pazienti affetti da Insufficienza Venosa Cronica.

Si pensa che la riduzione di volume della gamba sia correlata agli effetti che la tisana di grano saraceno apporta sia alla macro che alla micro-circolazione. In particolare, in almeno la metà dei pazienti, è stata rilevata una riduzione di circa 1 mm nel diametro della vena femorale e questa riduzione del 10% del diametro è un effetto farmacologico che potrebbe avere implicazioni cliniche favorevoli nella cura dell'Insufficienza Venosa Cronica.

Tabella 13: Diametro medio delle vene femorali nei pazienti ai quali è stato somministrato il trattamento attivo. Tabella riportata da Ihme et al. (1996).

Trattamento attivo

Vena femorale destra (in mm)

Vena femorale sinistra (in mm)

Settimana 0

11,7

11,8

Settimana 12

11,4

11,4

Tabella 14: Diametro medio delle vene femorali nei pazienti ai quali è stato somministrato il placebo. Tabella riportata da Ihme et al. (1996).

Placebo

Vena femorale destra (in mm)

Vena femorale sinistra (in mm)

Settimana 0

11,4

11,5

Settimana 12

11,34

11,5

In conclusione questo studio ha dimostrato che la tisana ottenuta dalle foglie di Fagopyrum esculentum può essere considerata come sicura e ben tollerata dai pazienti e si può rivelare utile nel trattamento di supporto dell'Insufficienza Venosa Cronica. Sono però necessari ulteriori studi per valutare questa proprietà del grano saraceno (Ihme et al., 1996).

Effetto benefico di Fagopyrum esculentum in pazienti diabetici affetti da retinopatia

Infine una ulteriore proprietà farmacologica dimostrata da Fagopyrum esculentum di cui è indubbiamente interessante parlare è quella di cui trattano Archimowicz-Cyrylowska B., Adamek B., Droździk M., Samochowiec L., Wójcicki J., (1996) nell'articolo “Clinical Effect of buckwheat Herb, Ruscus Extract and Troxerutin on Retinophaty and Lipids in Diabetic Patients”. Archimowicz-Cyrylowska et al. (1996) hanno comparato gli effetti di grano saraceno e estratto di Rusco, con quelli della truxerutina, su pazienti diabetici affetti da retinopatia non proliferante. I 60 pazienti che hanno partecipato allo studio sono stati divisi in tre gruppi e, durante il periodo di studio di tre mesi, sono stati somministrati loro diversi tipi di trattamenti: al gruppo I troxerutina, al gruppo II estratto di Ruscus aculeatus e al gruppo III tisana di grano saraceno.

Le complicazioni microangiopatiche del diabete, e fra di esse la retinopatia diabetica, sono molto diffuse tra i pazienti affetti da questa patologia. In pazienti affetti da diabete da più di 5 anni l'incidenza di retinopatia è del 30% e arriva fino all'80% dopo i 15 anni di malattia. La retinopatia periferica può portare in molti casi alla totale cecità. Negli stadi iniziali della malattia, la progressione delle modificazioni provocate dalla retinopatia non viene diagnosticata, poiché vi è una scarsa influenza sui disturbi della vista; per questo i pazienti presentano spesso un improvviso peggioramento della vista. L'elettroretinografia ha dimostrato però di essere un utile strumento per la diagnosi precoce e per la prognosi di alcuni disturbi della retina e del percorso ottico.

Lo studio compiuto da Archimowicz.Crylowska et al. (1996) ha lo scopo di comparare l'utilità di trattamenti effettuati utilizzando compresse contenenti la parte erbacea del grano saraceno e l'estratto di Rusco con quelli effettuati con troxerutina, in un periodo di trattamento di 3 mesi in pazienti affetti da diabete mellito, per quanto riguarda i risultati oftalmologici, il progredire del diabete e il profilo lipidico.

In totale hanno partecipato a questo studio 60 individui (32 donne e 28 uomini) tra i 20 e i 75 anni, tutti affetti da diabete mellito non insulino dipendente e da retinopatia diabetica non proliferante. I soggetti sono stati assegnati casualmente a uno dei tre gruppi, composti di venti pazienti l'uno: il gruppo I è stato trattato con troxerutina, il gruppo II con Ruscus aculeatus, il gruppo III con compresse contenenti Fagopyrum esculentum. Durante il periodo di studio i pazienti si sono attenuti a una dieta diabetica stabile e sia all'inizio che alla fine del periodo di trattamento i pazienti sono stati sottoposti a visite oftalmologiche che includevano: acutezza visiva, esame del segmento anteriore del globo oculare così come del fondo dell'occhio, e della perimetria statica.

Il gruppo I, curato con troxerutina, ha mostrato una diminuzione dell'ampiezza delle oscillazioni potenziali del 21% in entrambi gli occhi. Al contrario nei gruppi II e III, trattati con Ruscus aculeatus e grano saraceno, è stato osservato un incremento dell'ampiezza delle oscillazioni potenziali. Questa differenza è stata probabilmente determinata da un incremento della circolazione sanguigna locale nella retina dei pazienti appartenenti al secondo e al terzo gruppo. Questo incremento dell'ampiezza delle oscillazioni potenziali, sebbene non statisticamente significativo, dimostra l'influenza benefica sia di Fagopyrum esculentum che dell'estratto di rusco.

Nei pazienti del gruppo II e III si è rivelata anche una diminuzione statisticamente rilevante del livello di fructosammine e emoglobina glucosilata nel sangue. Inoltre è stato verificato un cambiamento significativo delle concentrazioni nei sangue di colesterolo totale e colesterolo HDL: In tutti i gruppi di studio la quantità di colesterolo nel sangue così come i livelli di glucosio sono diminuiti. Questi cambiamenti possono riflettere un'attività ipoglicemica di troxerutina, grano saraceno e Ruscus aculeatus o una incrementata risposta al trattamento ipoglicemico.

In conclusione il trattamento, della durata di di 3 mesi, ha portato in una percentuale considerevole di pazienti, alla riduzione dei cambiamenti localizzati nel fondo dell'occhio e a un incremento dell'ampiezza delle oscillazioni potenziali.

Questa influenza positiva del trattamento con grano saraceno in aggiunta a quello con troxerutina sul progredire della retinopatia diabetica può essere spiegata dalle proprietà antiossidanti che il Fagopyrum esculentum presenta a seguito del suo elevato contenuto in flavonoidi, e in particolare in rutina.

Un ulteriore vantaggio apportato dall'uso di farmaci contenenti Fagopyrum esculentum potrebbe essere il miglioramento del profilo lipidico e glicemico. Durante lo studio gli autori hanno infatti osservato un effetto favorevole, da parte del trattamento con grano saraceno, sulla tolleranza al glucosio e sui disturbi lipidici del metabolismo. Questo studio, in conclusione, ha dimostrato la superiorità del trattamento contenente anche grano saraceno rispetto a quello composto solo di troxerutina e per questo gli autori raccomandano l'inserimento delle compresse di Fagopyrum esculentum nella cura di questa patologia ( Archimowicz-Cyrylowska et al., 1996).

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